L'iniziativa si è svolta martedì 1 luglio nella sala Peppino Impastato della Biblioteca Baratta. Lo scrittore ha conversato con il presidente del Consiglio comunale di Mantova Giuliano Longfils e con l'ex sindaco e consigliere comunale Fiorenza Brioni. Durante il dialogo si è parlato delle presenze mafiose anche in Lombardia e, quindi, anche nel territorio mantovano.
"Mi ha colpito quell'intercettazione dell'Ndrangheta 'Viadana è nostra'. - ha esordito Dalla Chiesa -. Anche in un'altra inchiesta dicono 'Rosarno è nostra'. Senza il controllo del territorio non si fanno affari, e sanno bene che è meglio mimetizzarsi nei piccoli paesi del nord". Il "Manifesto dell'Antimafia" (Giulio Enaudi editore) di Dalla Chiesa è frutto di decenni di sua militanza civile e politica, oltre che di approfondimento negli studi. Il testo traccia le linee di una strategia generale, grazie alla quale ogni libero cittadino possa scoprire finalmente il proprio posto e la propria funzione a sostegno della legalità. L'incontro è stato organizzato dalla Libreria Di Pellegrini con il patrocinio del Comune di Mantova.
Nando Dalla Chiesa, figlio del generale e prefetto Carlo Alberto, assassinato dalla mafia nel 1982, è docente di Sociologia. Ex parlamentare, è stato sottosegretario ad Università e ricerca. Autore di vari libri di denuncia, ha firmato tra l'altro una biografia del giudice ragazzino Rosario Livatino, un volume dedicato alle donne ribelli che hanno sfidato la mafia per amore e un saggio sulla presenza della 'ndrangheta al nord. È presidente onorario dell'associazione Libera e si è occupato anche di libri di calcio (le biografie degli sfortunati campioni Gigi Meroni e Armando Picchi). Ha fondato, inoltre, il Mantova Musica Festival.