Chiusi in una grande teca di cristallo, sono adagiati sul terreno nel quale sono rimasti per seimila anni. Si vedono gli scheletri di una donna di 16-20 anni e un uomo di 18-22. Si guardano e sembrano stringersi in un ultimo gesto d'amore. Sono stati seppelliti nell'ultimo periodo dell'età della pietra. Sono stati trovati anche una cuspide di freccia, un pugnale e due lame, tutti di selce, la pietra utilizzata per armi e strumenti di lavoro prima della scoperta dei metalli.
Il ritrovamento preistorico è stato illustrato dal Soprintendente per i Beni Archeologici della Regione Lombardia Filippo Maria Gambari, affiancato dalla coordinatrice del progetto Elena Maria Menotti, dalla curatrice Cristina Longhi e dalla presidente del comitato Amanti Silvia Bagnoli.
Il sindaco Nicola Sodano e il presidente della Provincia Alessandro Pastacci hanno apprezzato il lavoro fatto per mettere in mostra i reperti che si potranno ammirare. "Devo tirare le orecchi ai miei concittadini - ha evidenziato Sodano nel corso del suo intervento al Museo - perché fanno fatica a comprendere quali sono le cose importanti su cui puntare per il rilancio turistico e culturale della città. Abbiamo imprenditori di spicco, ma per arrivare a raccogliere i 40mila euro necessari all'esposizione degli Amanti il Comune ha dovuto mettere 30mila euro, in due tranche, i soldi pubblici dei mantovani. Altrimenti il Comitato avrebbe fallito.
Soltanto 1500 euro sono arrivati da privati al Comitato. Il resto l'ha messo la Camera di Commercio e la Provincia. Ma per rilanciare la città serve il contributo di tutti. Oggi qui si conclude un'operazione di livello mondiale. Non illudiamoci che a valorizzarla siano altri. Dobbiamo essere noi mantovani i primi a farlo. A capire che dobbiamo andare al di là della logica del tortello e della salamella".
Il museo è aperto dalle 8.30 alle 18.30 dal martedì al sabato, domenica (e festivi) dalle 8.30 alle 13.30, chiuso il lunedì. L'ingresso è gratuito.