Sabato 16 e domenica 17 dicembre, il Comune di Mantova patrocinerà due giornate celebrative per il cinquecento cinquantesimo anniversario dell’orologio astronomico e astrologico di Mantova, installato nel dicembre 1473 sulla torre costruita appositamente per ospitarlo. L’evento è organizzato e curato dalla cooperativa Alkémica.
Sabato 16 dicembre alle 15.30 è in programma la conferenza sul tema: “Il maraviglioso artificio di Bartolomeo Manfredi” nella sala Open di Alkémica in via Norsa 4. Dalle 16.30 alle 18 sono previste le visite guidate alla Torre dell’Orologio su prenotazione con gruppi di 15 persone.
Domenica 17 dicembre riprenderanno le visite guidate alla Torre dell’Orologio, sempre su prenotazione con gruppi di 15 persone. L’apertura è dalle 10 alle 12.30.
L’annuncio è stato dato giovedì 14 dicembre nella Sala Consiliare del Comune di Mantova alla conferenza stampa riguardante le due giornate celebrative. Ne hanno parlato il vicesindaco di Mantova Giovanni Buvoli, il Presidente di Alkémica Riccardo Govoni, Stefania Accordi del Consiglio Direttivo di Alkémica e Nicola Galli, attuale curatore dell’orologio.
La Torre dell'Orologio fu innalzata in piazza Erbe, addossata al medievale Palazzo della Ragione, su progetto di Luca Fancelli, tra il 1472 e il 1473. Il committente era il marchese Ludovico II Gonzaga, il principe architetto, che intendeva così collocare nel centro della città mercantile un nuovo importantissimo simbolo del suo potere e della sua cultura innovativa.
Nel 1600 l'edificio subì delle modifiche: l'architetto di corte, Anton Maria Viani, vi aggiunse dapprima il coronamento (1612) e poi la nicchia che ospita la statua della Vergine (1639). La torre dà l'accesso al piano superiore del Palazzo della Ragione, l'antico Palatium Novum, costruito nel 1250 e, dall'aula del Palazzo, si può accedere ai meccanismi dell'orologio astronomico, che fu installato nel dicembre 1473 da Bartolomeo Manfredi.
Occorre tener presente che allora le persone non utilizzavano orologi e tanto meno cellulari o Pc per avere informazioni sul tempo: si guardava il sole, si sentivano le campane e si utilizzava, un orologio collettivo. L'orologio che noi vediamo in piazza Erbe era particolarmente complesso e dava molte informazioni. Per essere un orologio degno di tal nome, come scriveva Pietro Adamo De Micheli nel Quattrocento, doveva avere «otto effetti»:
El primo è di sapere quante hore sono secundo el vulgo,
El secundo di sapere, anci, vedere continuamente in qual signo zodiacale et in qual grado serà il Sole;
El terzo di sapere et vedere similmente in qual signo et grado sera' continuamente la Luna
El quarto era di mostrare una carta del cielo materializzata con ascendente...
El quinto effetto di sapere qual pianeta regna qualunque hora...
El sexto effetto è di sapere le hore particulari de' Mantuani, cioè la campana dal dì mattutino, (ovvero l'Avemaria del mattino, che si suonava con la squilla, la campana più piccola del campanile), l'Offitiala da matina (si suonava al sorgere del Sole), la Terza (si suonava a metà mattina), la Nona (si suonava a mezzodì...).
El septimo effetto è di sapere le ore d'i astrologi, cioè quante hore siano passate doppo el mezo dì.
L'octavo et ultimo effetto è di sapere continuamente quanto sia longo el di et la note da ogni tempo.
Senza ombra di dubbio l’Orologio di Bartolomeo Manfredi aveva tutte le caratteristiche richieste ed è stato di recente dimostrato dalla dottoressa Stefania Accordi, della cooperativa Alkémica, che seguendo e interpretando quanto scritto all’epoca, ancora oggi è possibile risalire all’ora del sorgere e del tramontare del sole, ovvero sapere le ore che mancavano all’alba e al tramonto, perché tutta la vita operosa della città si basava sulla luce solare. Caratteristica questa che si riteneva perduta.
Va tenuto presente che mentre oggi si considera "giorno" il periodo di ventiquattro ore che va da una mezzanotte all'altra, allora il giorno andava da un tramonto all'altro o a circa mezz'ora dopo, quando si suonava l'Avemaria. La prima ora del nuovo giorno era dunque la prima ora di notte, e mutava con il graduale variare delle stagioni.
Bartolomeo Manfredi, detto anche "dell'Orologio", colui che installò l'orologio, era matematico e astrologo, "figlio d'arte" perché il padre aveva già costruito in città un orologio pubblico. Bartolomeo, "era inteligento", scrisse il cronista contemporaneo Andrea da Schivenoglia, "e se deletava de astrologia", arte cui era stato iniziato da Vittorino da Feltre, in Ca' Zoiosa.
Pietro Adamo de' Micheli era invece un illustre giureconsulto e letterato mantovano, che, tra l'altro, introdusse a Mantova la stampa nel 1471 e che ci ha lasciato la seguente preziosa descrizione dell'orologio: "Rivolto verso Nord-Ovest l'orologio ha l'oriente a sinistra, verso la reggia del principe. Una tettoia di marmo (originale) ripara il quadrante, ch'era coronato di dodici tondi contenenti i ritratti di altrettanti «famosi et doctissimi homini". Il quadrante è incorniciato da un festone costituito da un ramo d'alloro con bacche dorate.
Oltre alle ore erano riportati i segni zodiacali, le ore planetarie, i giorni della Luna, la posizione degli astri, utile a sapere se un certo momento della giornata era o no sotto l'influsso di pianeti favorevoli. Fatto certo è che a questo orologio tutta la città si rivolgeva, non solo per orientarsi sulle ore ma anche per ricevere informazioni e responsi sull'andamento del clima e delle stagioni, sui giorni favorevoli e non, sull'opportunità di fare o non fare certe scelte di tipo quotidiano e lavorativo.
Nel tempo, purtroppo, il meccanismo si guastò e conseguentemente seguirono anni di degrado. Solo circa dieci anni fa si è provveduto ad un restauro e ora all'interno della Torre si può vedere un pendolo di Foucault, una raccolta di pezzi che fecero parte di diverse versioni dell'orologio, una breve storia degli ingranaggi, una linea del tempo della misura del tempo, ed infine la vista mozzafiato del centro cittadino, con la cupola di Sant’Andrea che pare toccarsi con la mano.
Per informazioni e prenotazioni: https://www.alkemicaonline.it/.