Si entrerà per la prima volta in assoluto in sei ambienti - alcuni meravigliosamente affrescati - recuperati del Palazzo del Podestà; si riscoprirà la “scala santa” affascinante luogo di devozione di Ferdinando Gonzaga a Palazzo Ducale, che riproduce San Giovanni in Laterano; si visiteranno le sale del Politecnico, finora note solo a studenti e professori; ci si intrigherà tra i mezzi dei Vigili del Fuoco; e si aggiungerà un nuovo capitolo al grande recupero delle Pescherie di Giulio Romano. E tanto altro: otto luoghi straordinari e tre esperienze da non perdere per avvicinare una Mantova inedita, seppure quotidianamente sotto gli occhi, rinsaldando il rapporto che corre tra cittadini e comunità.
Sono tutti luoghi ritrovati, infatti, quelli che saranno visitabili con Le Vie dei Tesori, il festival che dal 2006 apre e racconta centinaia di luoghi in Sicilia, e che torna a Mantova per il suo settimo anno consecutivo. Anche quest’anno la manifestazione ha messo insieme un programma pieno di inediti lungo tre weekend: si inizia infatti sabato prossimo (14 ottobre) e si va avanti fino a domenica 29. Una nuova edizione, sempre in collaborazione con l’associazione Amici di Palazzo Te e dei Musei mantovani, e la Fidam, la Federazione italiana Amici dei musei, sotto il patrocinio del Comune di Mantova e in sinergia con Diocesi, Università, Politecnico, Demanio, Azienda Tea, associazione Alkèmica.
Il programma è stato illustrato mercoledì 11 ottobre nella sala Consiliare del Comune di Mantova nel corso di una conferenza stampa. Sono intervenuti l’assessore alle Biblioteche civiche Alessandra Riccadonna, il presidente degli Amici di Palazzo Te e della Federazione Italiana Amici dei Musei Italo Scaietta, la presidente della Fondazione “Le Vie dei Tesori” Laura Anello, il direttore dell’Archivio storico Diocesano don Massimiliano Cenzato, il presidente di Tea Massimiliano Ghizzi, il presidente della Galleria Nazionale dei Vigili del Fuoco, il presidente di Alkemica Riccardo Govoni e il coordinatore del corso di laurea magistrale Architectural Design and History Professor Carlo Peraboni, Michela Zurla di Palazzo Ducale e Francesca Campogalliani dell’omonima compagnia teatrale. Erano presenti anche gli studenti dei Licei Classico e Artistico di Mantova coinvolti nel progetto.
Le Vie dei Tesori è uno dei più grandi e partecipati festival italiani di scoperta del patrimonio, dove questo termine non si ferma a luoghi e monumenti, ma pesca in ogni realtà fattiva della comunità; un unico museo diffuso, trasversale, che scopre beni culturali, diventa vettore turistico, investe sui giovani, accresce il senso di comunità. Premiata per sette anni consecutivi con la Medaglia di rappresentanza del Presidente della Repubblica, l’anno scorso la Fondazione Le Vie dei Tesori, che promuove il Festival, ha ricevuto l’Encomio al Premio del Paesaggio del Ministero dei Beni culturali come riconoscimento alla sua attività. Il festival propone ai cittadini un’alleanza nel segno della cultura, della riappropriazione degli spazi. E di contro, offre ai turisti la possibilità di visitare città aperte, raccontate, dense di nuove prospettive.
Ideato nel 2006 per il Bicentenario dell’Università di Palermo, rafforza di anno in anno il suo rapporto con le istituzioni. Tre anni fa ha anche lanciato la “costola” dei Borghi dei Tesori, riportando alla luce sessanta piccoli comuni lontani dai circuiti turistici, che si sono costituiti in un’unica associazione, la prima nel suo genere in Sicilia. Nel tempo l’intero festival è diventato un forte attrattore che lo scorso anno ha prodotto 6 milioni di indotto turistico tra alberghi, ristoranti, trasporti, shopping. Con un indice di gradimento del pubblico che supera il 95 per cento.
In Sicilia l’edizione 2023 è già in corso da fine agosto, divisa in più tranche. La seconda tranche è in corso: a Palermo, dove tutto è partito e che solo nel primo weekend ha messo insieme oltre 25 mila visitatori; e a Catania dove dura l’intero mese; poi Ragusa, Scicli, Noto e Sciacca, dove invece durerà fino al 22 ottobre.
IL FESTIVAL A MANTOVA
Tesori da scoprire per la prima volta, tesori da riguardare con occhi nuovi, tesori di cui ascoltare la storia, che è la condizione essenziale per conoscerli davvero. “Un luogo non raccontato è un luogo muto” è il mantra delle Vie dei Tesori che, dalla Sicilia dov’è nato, torna per il settimo anno a Mantova. E apre otto luoghi preziosi, tessere che compongono un mosaico di arte, acqua, scienza, da scoprire anche dall’alto, da un’altana sconosciuta sulla città.
Dal Palazzo del Podestà che riconsegna sei splendide sale inedite (dopo la Torre Pila 1 progettata da Italo Rota, aperta lo scorso anno) e che sarà visitabile dal secondo weekend del festival; al convento delle Convertite trasformato in Politecnico con splendidi affreschi di scuola del Mantegna; dagli archivi della Diocesi, vera memoria della città, alla Scala Santa di Ferdinando Gonzaga, straordinario luogo di devozione del duca-prelato che vi entrava solo in ginocchio. E ancora, le collezioni inedite (già soltanto quella dei mezzi dei Vigili del fuoco è straordinaria, ci si perderà tra autoveicoli, scale, anfibi, elicotteri, divise, manifesti, modellini dalla metà del 1800 al 1900); l’Officina del Gas fino all’affaccio su Porto Catena; la chiesa di san Leonardo, che fece nascere un intero quartiere, ancora vivissimo; fino al Teatro Scientifico che sarà osservato da una “luminosa” prospettiva veramente inedita, la stessa che avevano gli accademici durante gli esperimenti scientifici.
Il rapporto che lega Mantova all’ acqua è tutto da raccontare, a partire dal prezioso Rio che la attraversa dal Duecento, ma sarà l’associazione Alkemica a creare nel sottoponte delle Pescherie di Giulio Romano, a contatto con l’acqua, una serie di esperimenti stupefacenti: le leggi della natura rese in maniera spettacolare. Ed è anche terra di patrioti: ricordate i Martiri di Belfiore? Era il 1852, tra i patrioti mazziniani impiccati dal governo degli Asburgo ci fu il medico mantovano Carlo Poma: se ne ascolterà virtualmente la voce nel luogo dove passò le ultime notti. Insomma, Mantova museo diffuso e narrato, Mantova dai mille volti, svelati dai volontari e dagli studenti animati dalla passione per la propria città e desiderosi di trasmetterla a tutti i visitatori.
Info e coupon del festival su www.leviedeitesori.com, sito che è una fonte continua di materiali, fotografie e video. È stato anche allestito un info point alle Pescherie di Giulio Romano, via Pescheria 20, attivo nei tre weekend (da venerdì a domenica) dalle 10 alle 12,30 e dalle 15 alle 17.
ufficio stampa Le Vie dei Tesori
Simonetta Trovato | +39.333.5289457 | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
I LUOGHI DI MANTOVA nel dettaglio | 14 - 29 ottobre
1. ARCHIVIO STORICO DIOCESANO
La “memoria” della città con antichi documenti inediti.
Negli anni in cui non esistevano gli archivi pubblici, la memoria della città passava dal patrimonio documentario della Diocesi nell'arco di un millennio. L'Archivio storico diocesano conserva la testimonianza del governo condotto dai suoi vescovi, dell'operato del clero, della gestione dei beni ecclesiastici, dei rapporti con autorità ecclesiastiche, religiose, militari e civili. Già dimora dei marchesi Bianchi, l’edificio settecentesco è divenuto sede dell'Episcopio dal 1824. È stato affiancato anche un fondo di codici corali e libri liturgici, manoscritti e a stampa, provenienti da diverse chiese della Diocesi, oltre alla cattedrale. Durante la visita saranno mostrati alcuni antichissimi documenti del territorio mantovano.
Piazza Sordello, 15
Visite: sabato 28 h14.30-17.30; domenica 29 ore 10-12.15/14.30-17.30
2. CHIESA DI SAN LEONARDO
La chiesa che fece nascere il quartiere e la cappella ritrovata sotto le bombe.
Dal XII secolo attorno a San Leonardo nacque una struttura in grado di ospitare i monaci benedettini di San Rufino, protezione importante per la zona insalubre e minacciata dalle acque. La presenza di una chiesa e la sicurezza offerta dalla presenza dei monaci fecero sì che l’insediamento abitativo crescesse fino al quartiere vitale che è oggi. La chiesa di San Leonardo subì rifacimenti e solo nel XVIII secolo prese l'attuale aspetto neoclassico, dovuto all'architetto Giovan Battista Marconi. Le bombe della seconda guerra mondiale portarono fortunatamente alla luce le caratteristiche tardo gotiche della cappella di San Gottardo, edificata tra il 1459 e il 1466. Da notare l’affresco cinquecentesco attribuito a Lorenzo Costa il Vecchio, “Il Redentore e i profeti”.
Piazza San Leonardo
Visite: sabato e domenica ore 14.30-17.30
3. GALLERIA STORICA DEL CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO
Autoveicoli, scale, anfibi e molto altro. I mezzi dei pompieri dal 1800 a oggi.
La Galleria ha sede a palazzo Ducale. La realizzazione di questo eccezionale e inatteso museo non fu semplice, si deve alla passione di Nicola Colangelo che ha raccolto reperti e materiali che raccontano la storia dei mezzi della mobilità dei Vigili del Fuoco, dagli inizi dell’attività del Corpo ai giorni nostri. In un vero cortocircuito temporale visto che la galleria ha sede negli edifici che un tempo erano ambienti di servizio (stalle e scuderie ducali) e alloggiavano anche uno dei teatri di corte. Per formare la collezione, si dovette non solo acquisire mezzi e materiali di diverse epoche dalle caserme di tutta Italia, ma anche restaurarli e ordinarli. Autoveicoli, scale, anfibi, elicotteri, divise, manifesti, modellini dalla metà del 1800 al 1900.
Largo Vigili del fuoco, 1
Visite: sabato ore 14.30- 17.30 domenica ore 10-12.15/14.30-17.30
4. POLIMI@MANTOVA
L’ex convento trasformato in Politecnico conosciuto solo da professori e studenti.
La sede del Politecnico di Milano - polo di Mantova nacque dall’unione di due antichi edifici, il convento delle Convertite di Santa Maddalena e l’orfanotrofio (detto Ospedale della Misericordia). Sarà così possibile entrare e visitare ambienti noti finora a professori e studenti. Il convento di santa Maria Maddalena voluto nel 1540 dal cardinale Ercole Gonzaga, concepito come rifugio per ragazze “oggetto di scandalo”, occupò l’ala sud del Pio luogo della Misericordia. All’interno si trovano affreschi quattrocenteschi di scuola mantegnesca e un dipinto murale, probabilmente commissionato nel ‘500 da Tebaldo Ippoliti (Maestro di Stalla del duca Federico II Gonzaga), che rappresenta uno degli ultimi esempi dello stile prima dell’arrivo di Giulio Romano a Mantova nel 1524.
Piazza Carlo D’Arco, 3
Visite: sabato 28 e domenica 29 ottobre ore 10 - 12.30 e 15 -17.
5. IL PALAZZO DEL PODESTÀ
Anteprima assoluta per il festival. Sei splendide stanze inedite.
Un’anteprima assoluta per il festival e per soli due weekend: aprono infatti per la prima volta, sei sale del palazzo del Podestà con affreschi inediti. Dopo la torre Pila 1 progettata da Italo Rota, una nuova apertura visto che, durante gli ultimi lavori di restauro, sono stati recuperati sei ambienti, risultato di una lunga e complessa stratificazione architettonica. Il primo nucleo del palazzo nacque nella seconda metà del secolo XII, un altro dei corpi di fabbrica venne innalzato nel 1227 dal Podestà Laudarengo Martinengo. Nel ‘400, Luca Fancelli e Giovanni Antonio d'Arezzo trasformarono in una torre merlata parte del corpo di fabbrica preesistente, ma si deve all’architetto Aldo Andreani un intervento di “ricostruzione” ex novo di un passaggio medievale interno nel 1942.
Piazza Erbe (ingresso da via Giustiziati)
Visite: sabato 21 e 28 ottobre e domenica 22 e 29 ottobre ore 10-13 e 14-18
6. PALAZZO DUCALE
La Scala Santa da salire in ginocchio che riproduce san Giovanni in Laterano.
Nel nucleo più antico del Palazzo Ducale si trova la riproduzione in miniatura della Scala Santa di San Giovanni Laterano a Roma, luogo ritenuto per anni l’appartamento destinato ai nani della Corte Gonzaga. Fu il duca Ferdinando Gonzaga - secondogenito di Vincenzo I ed Eleonora de’ Medici, destinato alla carriera ecclesiastica ma, dopo la morte del fratello, costretto ad assumere il titolo di duca – a volere l’imitazione mantovana affidata ad Anton Maria Viani che realizzò un modello architettonico attinente a quello del Laterano: tre scale parallele che portano all’ottagonale Sancta Sanctorum. Chi entrava in questi ambienti privati lo faceva spesso in ginocchio e così quello che si pensava fosse l’appartamento dei nani, è invece un luogo di personale e intima devozione.
Piazza Sordello
Visite: sabato 28 e domenica 29 ottobre 10 -12,30 e 14,30-17
7. SPAZIO TEA. LE OFFICINE DEL GAS
Le Officine volute dagli Asburgo per l’illuminazione della città.
Lo spazio all’incontro tra vicolo Stretto e vicolo Barche, dove la città si collega a via Fondamenta attraverso una breve ripida rampa, registra il nome di piazza Gasometro già in una mappa di Mantova del 1865. Due anni prima, l’amministrazione austriaca aveva scelto quest’angolo al margine del centro urbano per dotare la città di un moderno impianto del gas necessario ad alimentare la nuova illuminazione pubblica: nascevano le “Offi¬cine del Gaz”, oggi Azienda TEA. Sarà possibile visitare le strutture architettoniche dell’impianto ancora esistenti che rappresentano una bella testimonianza di archeologia industriale cittadina. La visita si chiuderà con l’affaccio sull’antico Porto Catena, il cuore commerciale della città dal Medioevo, da cui giungevano i rifornimenti via fiume.
Piazza Gasometro
Visite: domenica 22 e 29 ottobre ore 10 -12,30 e 14,30 -17,30
8. TEATRO SCIENTIFICO
La luce naturale per gli esperimenti. Una prospettiva inedita del Teatro.
Il teatro Scientifico di Mantova, capolavoro assoluto – e unico per perfezione acustica – dell’architettura tardo barocca, nasce da un ambizioso progetto di rinnovamento concepito nel 1767 dall’Accademia dei Timidi. Gli accademici si rivolsero ad Antonio Galli Bibiena che realizzò per loro un teatro a quattro ordini sovrapposti di palchetti attorno alla platea conclusa da una galleria percorribile. La sala era utilizzata sia per concerti, che per adunanze scientifiche estese alla città durante le quali venivano aperti i tendaggi che coprivano gli ampi finestroni, dietro la balconata. Sarà proprio questa l’esperienza inedita che si otterrà durante il festival offrendo una percezione molto diversa da quella consueta. Si arriverà alla balconata in cui sedevano gli accademici per seguire gli esperimenti.
Via Accademia, 47
Visite: sabato 14 e domenica 22 ottobre ore 10 - 13 e 14 - 15.30
ESPERIENZE
1. Pescherie di Giulio Romano: la scienza che incanta a contatto con l’acqua
Le Pescherie di Giulio Romano sono legate indissolubilmente al festival delle Vie dei Tesori che ne ha già ospitato qualche anno fa la riapertura al pubblico di alcune sezioni. L’anno scorso è stato completato il secondo lotto dei lavori di restauro e l’affaccio sul Rio delle pescherie di Levante si è trasformato in estate in un teatro en plein air per gli eventi. In occasione del festival, l’associazione Alkemica che si occupa di divulgazione scientifica, creerà nel sottoponte a contatto con l’acqua, una serie di esperimenti stupefacenti: le leggi della natura rese in maniera spettacolare. Per spiegare che la fisica e la chimica possono anche essere intriganti e addirittura divertenti per tutti e non solo per gli appassionati.
Via Pescheria
Sabato 14 e 21 e domenica 15 e 22 ottobre ore 10-11; 15 -16
Contributo 6 euro
2. La vista sulla città da uno straordinario belvedere privato
Mantova è una città che si allarga sul territorio, ma quando il verticale diventa orizzontale, la prospettiva cambia radicalmente: le torri, il lago e i tetti della città saranno visibili da una straordinaria altana, un belvedere sopraelevato che però vive nel cuore antico di Mantova. Si potrà gettare uno sguardo emozionante sulla città salendo fin su una silenziosa terrazza privata, e ancora più su, su un’altana oltre il tetto, da dove sarà possibile abbracciare un meraviglioso panorama e lasciarsi incantare dalla sua magia ascoltando il millenario racconto suggerito dagli antichi edifici. Una casa che è tra i punti più alti della città, una prospettiva del tutto inedita e solitamente chiusa al pubblico visto che si tratta di un ambiente privato.
Via don Enrico Tazzoli 13
sabato 28 e domenica 29 ottobre ore 16, 16,30, 17, 17,30 | contributo 6 euro
3. Martiri del Risorgimento: le lettere di Carlo Poma nel Confortatorio
L’Accademia teatrale “Francesco Campogalliani” legge alcune delle più intense lettere scritte alla famiglia e agli amici dal medico mantovano Carlo Poma, congiurato mazziniano condannato a morte dal governo austriaco nel 1852: Poma fu uno dei Martiri di Belfiore, il gruppo di patrioti italiani condannati a morte per impiccagione a Mantova tra il 1852 e il 1855 in pieno Risorgimento, per ordine del governatore generale del Lombardo Veneto, il feldmaresciallo Radetzky. Si potrà entrare nel “confortatorio” dove avvennero i colloqui dei condannati a morte con il sacerdote Luigi Martini (che li narrò in una serie di scritti). Le lettere di Carlo Poma sono documenti commoventi che ci riportano al clima politico della città nel Risorgimento.
Via Giuseppe Mazzini, 42
domenica 29 ottobre ore 18 | Contributo 6 euro