La nuova mostra allestita presso la Casa del Rigoletto è dedicata all'artista Gianni Feraboli, un pittore autodidatta che, fin da ragazzo, ha nutrito una forte passione per l’arte ed in particolare per lo studio del colore, degli accostamenti tonali e della resa coloristica, approfondimenti cui lui stesso attribuisce il merito della formazione e del consolidamento della sua sensibilità artistica.
TRA SOGNO E IR-REALTA', questo il titolo dell'esposizione, inaugura sabato 11 febbraio alle ore 16.30
La mostra sarà visitabile fino al 5 marzo
Ingresso gratuito tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 18.00
Gianni Feraboli è un pittore autodidatta che, fin da ragazzo, ha nutrito una forte passione per l’arte ed in particolare per lo studio del colore, degli accostamenti tonali e della resa coloristica, approfondimenti cui lui stesso attribuisce il merito della formazione e del consolidamento della sua sensibilità artistica.
L’innata curiosità lo ha spinto a sperimentare svariate tecniche e materiali espressivi diversi fra cui metalli, legno, cartone e stoffe, frammenti di ceramica e vetro, calce e cemento; a lavorare su differenti tipi di supporto (spesso materiale di recupero), oltre le tele, quali tavole di legno o frammenti di mobili scartati, cartone, vetro e materiali plasticati, fino a cimentarsi nella pratica del mosaico.
A partire dagli anni ’80 ha esposto in mostre personali a Soncino, Mantova, Lerici, Sabbioneta, Canneto S/o, Piadena, Asola, Cicognolo e recentemente, alla fine del 2022, a Parma. Ha inoltre all’attivo la partecipazione a numerose collettive tra cui il “Premio Rivarolo di Pittura”, a Rivarolo Mantovano dove, nel 1991, è risultato vincitore del 2^ premio nella categoria “Estemporanea”.
Gianni Feraboli è originario di Volongo, in provincia di Cremona dove vive e lavora, in via Goito, 4
Info: https://gianniferaboli.wixsite.com/gianniferaboli
TRA SOGNO E IR-REALTÀ
Cos’è l’istinto per un artista…
Forza di immaginare, di inventare, di osare, di superare convenzioni, vincoli imposti e subiti. È libertà di scelta, di approfondire intuizioni, indagare emozioni.
È la via aperta alla potenza della mente creativa, alla forza e genialità dell’intuito, per cui le opere, le tele cercano un dialogo, polemizzano, inveiscono, feriscono, ma non concedono spazio all’indifferenza, anzi, lasciano un segno eloquente. Spesso nella fase inventiva si assottiglia, fino a svanire, il confine tra vero e fantastico, tra sogno e fantasia, tra reale ed irreale, concetti spesso così indistintamente intrecciati da confondersi e fondersi tra di loro in un processo creativo che darà vita al prodotto artistico finale: l’artista, in equilibrio sul filo che separa queste ir-realtà, fluttua ora da una parte ora dall’altra senza una vera consapevolezza di quale limite stia valicando.
“ … I miei quadri nascono dal niente…io non devo pensare…loro nascono dall’istinto….” Con questa recente testimonianza Gianni Feraboli, che sembra sorvolare i fattori motivazionali indagati fin qui, conferma indirettamente che nell’atto creativo non esiste per lui distinzione tra sogno e realtà.
Eppure Gianni Feraboli è un uomo concreto, figlio della terra…quella che descrivono le sue tele, la terra d'origine e della sua vita, territorio lambito da due fiumi, l’Oglio ed il Po, oggetto da sempre di interessi economici ma anche arricchito da influssi culturali, storici e artistici grazie alla prossimità di tre provincie confinanti, la cremonese, la mantovana e la bresciana.
La ricerca artistica di Gianni Feraboli spazia dalla espressività astratta a quella figurativa con incursioni e fusioni dell’una nell’altra e chiari rimandi ai grandi maestri del ‘900. La sua pittura è molto fisica, densa di sostanza, carica dell’humus che trae origine e linfa dalla Madre Terra e dall’Acqua, elementi di vitale importanza per lui che afferma …“Da “uomo della terra” faccio una pittura ricca di materia e di colore, cifre che connotano il mio lavoro e che, per me, costituiscono carica, energia, forza vitale… Sulla tela trasferisco il mio mondo, la mia realtà in forma di sogno, memorie, ossessioni e persino incubi, in una operazione stressante ma liberatoria”…
Fisicità e corposità nella pittura di Feraboli si manifestano anche nel trattamento dei supporti (spesso materiale di risulta) con scalfitture, graffi, lacerazioni, solchi su cui il colore gocciola, sbava, si sporca, si dilata e si increspa, e dove si alternano rapidi guizzi del pennello a morbide stese di spatola, in una studiata successione di azioni veloci e lente che ritmano il flusso creativo.
Il segno è estemporaneo, tracciato di getto non per ottenere la precisione e l’esattezza grafica o anatomica ma per cercare l’espressività, i tratti significativi, cogliere l’interiorità e le emozioni dei soggetti o rilevare gli elementi essenziali di ambienti “interiori” o “interiorizzati”, sempre filtrati attraverso percezioni soggettive raccolte nella memoria del passato.
Pittura di assilli personali, ossessioni private, ma anche di quiete dello spirito. In essa personaggi, luoghi, situazioni esprimono il suo essere padano e lombardo: lo rivelano i soggetti delle sue tele, l’acqua del fiume, la campagna piatta resa con strati di colore; ne è testimonianza l’umanità “ordinaria” ma dignitosa rappresentata da figure ieratiche, sguardo perso nel vuoto, profili severi, lineamenti marcati, tipici della campagna, con abiti di foggia imprecisata che potrebbero appartenere a qualunque epoca della storia.
Gianni Feraboli porta avanti una appassionata ricerca sulle tinte preferendo in particolare gli smalti che creano effetti di brillantezza e luminosità; la sua tavolozza si colora in relazione agli eventi atmosferici e stagionali: il verde vibrante della terra e della vegetazione in fioritura, il giallo oro delle messi in estate, il castano tenue della campagna nelle mezze stagioni o il più deciso bruno autunnale, il quieto blu, colore della riflessione notturna, della meditazione sulle cose.
Sorprendono le immagini di personaggi che affollano i percorsi onirici ossessivi dell’artista, ritratti con la genuinità da Giardino dell’ Eden ed ostentati con innocente naturalezza.
Le tele di Gianni Feraboli raccontano un tempo ed uno spazio irreali, luoghi della mente, mondi sospesi nell’immobilità, popolati da presenze statiche, sembianze senza tempo rese con straordinaria forza espressiva, opere di una decisa personalità artistica.
Danzio Soragni, il curatore della mostra