Venerdì 6 marzo a Palazzo Te è stata inaugurata la mostra di inediti "Il Giardino Incantato" di Ai Weiwei. L'importante iniziativa culturale è stata presentata, direttamente nella villa giuliesca, dal sindaco di Mantova Nicola Sodano, dagli artisti Meng Huang e Li Zhanyang, dall'organizzatore della mostra Paolo Mozzo di "Origini", dal direttore artistico e curatore Sandro Orlandi Stagl e dalla curatrice Mian Bu. Presenti, tra gli altri, il direttore di Palazzo Te Stefano Benetti e la dirigente del Comune di Mantova del settore Cultura Irma Pagliari.
Ai Weiwei, con la sua arte visionaria, spiazzante e pregna di rabbia e impegno civile che da anni, attraverso le sue opere e l'attivismo, lo vede impegnato in ambito sociale, ha dunque accettato la "sfida" di esporre i suoi lavori all'interno delle sale della Villa giuliesca. La mostra "Il Giardino Incantato", aperta al pubblico dal 7 marzo al 6 giugno 2015, non è una semplice esibizione, ma un evento unico, un viaggio attraverso 10 opere inedite costituite in tutto da 100 sculture da lui composte appositamente per questa occasione.
"La mostra "II Giardino Incantato" di Ai Weiwei a Palazzo Te organizzata in collaborazione con il Comune di Mantova arricchirà l'offerta culturale di Mantova con di un altro evento di spicco - ha detto il sindaco di Mantova Nicola Sodano -. Le opere inedite create appositamente dal maestro e dissidente cinese sono per noi il contributo di un grande artista che ha accettato di misurarsi con il Rinascimento italiano, in particolare con l'arte e l'architettura di Palazzo Te. Sarà un evento di livello mondiale che potrà contare anche sulle opere di altri due importanti artisti cinesi, Meng Huang e Li Zhanyang. Da tempo avevamo in serbo di accogliere iniziative di grande respiro per il 2015". Il primo cittadino ha sottolineato, poi, che "sarà una primavera mantovana all'insegna della grande cultura", ricordando la mostra sulla follia che si terrà da maggio a Palazzo della Ragione, in occasione di Expo 2015, e quella in corso alle vicine Fruttiere su un altro genio dell'arte contemporanea, Joan Mirò.
Un'esposizione in bilico tra libertà d'espressione e diritti umani, genio ed eccesso, tradizione e modernità, che si confronta con il Rinascimento italiano in uno dei suoi monumenti simbolo, Palazzo Te, sfidando il paragone con le più impegnate forme d'arte contemporanea. La mostra "Il Giardino Incantato", ideata da Origini (di EBLand Srl, Presidente Paolo Mozzo), organizzata in collaborazione con il Comune di Mantova, è curata da Sandro Orlandi Stagl, Mian Bu e Cui Cancan, con il supporto di Being 3 Gallery di Pechino. Libro della mostra di Maretti Editore.
In Esposizione anche le creazioni dei due artisti che da anni collaborano con Ai Weiwei in diversi progetti, Meng Huang e Li Zhanyang, che per l'occasione ha realizzato una installazione in cui Ai Weiwei è protagonista con la scultura di se stesso, oltre ad altre cinque sculture che troveranno collocazione nelle varie stanze del Te.
Ai Weiwei, nato a Pechino 57 anni fa, è tante anime in una: considerato tra i più importanti ed influenti artisti contemporanei, oltre che architetto, scultore, designer e fotografo è anche un blogger affermato e, soprattutto, un attivista per i diritti umani, estremamente critico con il governo cinese, di cui ha indagato e denunciato la corruzione al punto da essere incarcerato per poi vedersi negato il diritto di lasciare il paese. Una riflessione acuta, che non cade mai nella retorica, visionaria e in grado di disorientare sempre e comunque, è la cifra che scandisce la sua parabola di uomo e di artista. Opere concettuali che rivelano le doti di un grande comunicatore, che inchiodano lo spettatore e lo spingono a riflettere sulla realtà, per immaginare e realizzare quel cambiamento che Ai Weiwei da sempre sostiene e che traspira dalle sue creazioni.
"Il Giardino Incantato", un luogo che si presta alla coltivazione dell'anima e dove, nel pieno della tradizione orientale, l'estetica è direttamente legata all'etica ed alla ricerca del pensiero spirituale, dunque un prezioso tassello per avvicinarsi un po' di più all'universo in continuo fermento dell'artista dissidente per eccellenza; un'arte vissuta nel rispetto della tradizione cinese abbinato alla capacità di proiettarsi nella modernità e a una consapevolezza sociale e politica dalla quale Ai Weiwei, nonostante le infinite traversie, non vuole abdicare. Anche per questo, il pubblico cinese, che lo adora, lo ha soprannominato, giocando sull'omofonia dei caratteri, Ai Weilai, "Amare il futuro". "Il Giardino Incantato", diventa quindi la vera provocazione della mostra perché è il luogo dove l'incanto alla fine sparirà: gli artisti, dopo averci esposto alla grande illusione, alla fine ci conducono al disincanto e a distinguere meglio etica ed estetica nella nostra società contemporanea.
Orari: lunedì 13-18; martedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica 9-18; venerdì 9-22. Chiusura della biglietteria un'ora prima della chiusura del Palazzo.