Sabato 11 novembre a Palazzo Te è stato inaugurato il restauro della facciata sulle Peschiere. Per la presentazione dei lavori sono intervenuti il sindaco di Mantova Mattia Palazzi, il direttore di Palazzo Te Stefano Benetti, l'assessore comunale ai Lavori pubblici Nicola Martinelli, il presidente di Confindustria Mantova Alberto Marenghi e il presidente di Ance Mantova Francesco Bottoli.Il cantiere è iniziato nello scorso febbraio e si è concluso nei giorni scorsi con il completamento del restauro delle loggette.
Il lavoro ha visto impegnato il Consorzio Arkè di Roma e la collaborazione della ditta Marchetti e Fontanini di Brescia. Per la realizzazione delle opere provvisionali ci si è avvalsi della collaborazione della ditta Pontek e Pfm ponteggi, mentre la ditta EdilOne ha collaborato nella realizzazione dell’area di cantiere.
Il numero dei restauratori impiegato è stato in media di 7 persone, con un picco di 10 per il completamento del lavoro nelle loggette.
Il restauro ha riscontrato una gravissima situazione conservativa sia dal punto di vista dell’attacco microbiologico (alghe e licheni su tutte le superfici), sia da quello dell’adesione e della coesione degli intonaci che presentavano estesi sollevamenti, porzioni importanti prossime alla caduta, lesioni. Tale situazione era particolarmente visibile in corrispondenza del bugnato all’interno delle peschiere, laddove gran parte delle bugne aveva perduto la finitura in malta e muschi e parietarie crescevano rigogliosi.
"È nostro dovere prenderci cura di Palazzo Te perché rappresenta l'identità della città ed è uno dei tesori che i mantovani mostrano al mondo - ha detto Palazzi - Quest'anno ha ospitato più di 200mila visitatori. Certo, rispetto all'anno di Mantova Capitale c'è stata una riduzione del 7 per cento, ma è comunque un 35 per cento in più rispetto al 2015. Questo significa che tanti turisti sono tornati e hanno parlato bene della nostra città. Vorremmo che Palazzo Tè diventasse uno dei luoghi della quotidianità per i mantovani, un punto di confronto e condivisione di esperienze. Siamo riusciti a ottenere 2 milioni di euro dal ministero dei Beni Culturali e nelle prossime settimane inizieranno i lavori di recupero delle Fruttiere, del bookshop e del bar. Stiamo pensando di organizzare nuovi eventi e di prolungare l'orario di apertura fino a tarda sera in modo che gli studenti possano venire qui a leggere e a studiare".
La facciata est è stata oggetto di moltissimi interventi in passato, a partire da quello dell’arch. Paolo Pozzo nell’ultimo decennio del’700, che ha radicalmente modificato la struttura architettonica con la realizzazione del timpano; qui nel 1808, in occasione della visita di Napoleone a Mantova, mai avvenuta, venne realizzato il suo stemma in stucco, forse con una sottostante lapide dedicatoria di cui non vi è traccia documentaria. Nel 1814, tornati gli austriaci a dominare la città, lo stemma fu demolito e non ne rimanevano che le malte preparatorie che, ripulite ed integrate, ridanno ora leggibilità all’elemento mancante.
Purtroppo degli intonaci giulieschi in facciata resta ben poco, in quanto le malte settecentesche e quelle degli interventi successivi (dall’800 al 1989) hanno completamente ricoperto le poche tracce di originale.
Sono stati gli interventi nelle loggette che si affacciano sulla porzione di sinistra della facciata a fornire i maggiori indizi per immaginare come potesse essere la facciata di Giulio Romano indicando come la decorazione in stucco che arricchisce i sott’archi della Loggia di Davide proseguisse anche nelle piccole volte. Qui i rilievi in stucco sono stati demoliti, ma la pulitura accurata e la successiva ricucitura delle superfici con malte e acquarelli, grazie al recupero di incisioni, disegni preparatori, cromie originali, ha consentito di riproporre le partiture geometriche di differenti motivi decorativi.
L’intervento rientra nel piano delle opere pubbliche del Comune di Mantova ed è stato realizzato con il contributo e la collaborazione di Regione Lombardia, Camera di Commercio, Ance-Confindustria Mantova, Fondazioni Cariverona e Cariplo. Il costo complessivo dei lavori è stato di circa 700mila euro.