Di seguito il testo delll'intervento del primo cittadino in aula Consiliare:
"Signor Presidente, signore Consigliere, signori Consiglieri, Segretario generale, Assessori, Cittadini, vorrei prima di presentare la nuova giunta del Comune di Mantova, anticipare alcune riflessioni che avremo modo di recuperare nelle Linee Programmatiche che, entro 90 giorni, depositeremo e discuteremo in aula. Il confronto elettorale appena terminato consegna a tutti noi, a tutte le forze politiche, a prescindere da vincitori e vinti, un primo e fondamentale obiettivo: recuperare la fiducia nella politica e nelle Istituzioni dei tanti, troppi, cittadini mantovani che hanno scelto di non votare. Potremmo confrontarci sui tanti motivi che hanno determinato un astensionismo così significativo, potremmo consolarci sottolineando che si tratta di una tendenza nazionale, ma tutto questo non può esimerci dalla responsabilità e dal dovere di lavorare ogni giorno per ricostruire e rafforzare un rapporto di fiducia con i cittadini. Per farlo dobbiamo essere esempio di responsabilità, di verità, di coraggio, di trasparenza, di legalità. Questo impegno, questa ambizione la chiedo a tutto il Consiglio Comunale. Se non riusciremo a ridare credibilità ed autorevolezza a questo consesso, a pagarne le conseguenze non sarà la maggioranza o le opposizioni, ma la cultura democratica di una comunità, che mai come oggi ha bisogno di ritrovare unità ed appartenenza. Mai come la oggi la nostra città e l'intero territorio, la politica, ha davanti a se l'urgenza di recuperare tempo perduto per agganciarci alle sfide decisive che ne determineranno il futuro.
Il futuro in primis delle nuove generazioni che da troppo tempo non trovano qui le opportunità per contare, per poter offrire un'idea di futuro, per poter contribuire a progettare la città del futuro. Non è questione di giovanilismo, è questione di decidere se vogliamo o meno che Mantova torni ad avere, come città, l'ambizione di rappresentare un esempio e un modello, in Italia e in Europa. E' da questa scelta che dipende il come noi affronteremo I tanti problemi che abbiamo di fronte. I problemi di una città che ha visto via via ridursi la capacità industriale e produttiva, I problemi di una città che paga tanto, tantissimo, in termini di sostenibilità ambientale, una città che mai come prima vede aprirsi una vera questione sociale, una città la cui popolazione anziana è di gran lunga superiore a quella giovane, una città che ha ereditato un immenso ed unico patrimonio artistico e culturale ma che stenta nel farne motore di sviluppo. Una città tra le prime in Lombardia per la disoccupazione giovanile. Una città ed un territorio, che per l'incapacità della politica di unirsi e fare squadra, rischia di perdere il governo decisionale e la centralità territoriale di Istituzioni e servizi importantissimi, dalla Camera di Commercio, alla direzione dell'Azienda Ospedaliera, a quella Sanitaria Locale.
Una città, soprattutto in molti quartieri, che si sente meno sicura e che ci richiede uno sforzo straordinario, perché dalla sicurezza dei cittadini, soprattutto nelle condizioni più fragili, dipende la coesione sociale dell'intera comunità. Queste grandi questioni e molte altre, sono tutte davanti a noi, oggi. E con grande ritardo oggi dobbiamo affrontarle. Possiamo allargare le braccia e gestire il gestibile, oppure possiamo concepirle come grandi sfide e giocarci la partita. Ma per farlo serve prospettiva, occorre pensare e progettare alla città ed al territorio che vogliamo tra venti, trent'anni. Saremo destinati alla sconfitta, alle avventure, al pensiero debole se non saremo in grado, tutti, di difendere ogni pallone ma al contempo tenendo la testa alta e lo sguardo lungo. Ed è per questo che il tema del rinnovamento, delle idee ed anche generazionale, è insieme una questione politica, economica e sociale. O noi saremo in grado di rendere protagonisti già oggi le generazioni che decideranno, o meno, di fare qui impresa, di crescere qui i propri figli, di accudire qui I propri anziani, di sperimentare qui le proprie competenze e passioni, oppure saremo destinati ad essere una città bellissima da visitare ma non abbastanza attrattiva per radicare nuove radici. Sta qui la cifra dell'innovazione, della cooperazione e della competitività che la città e l'intera provincia devono recuperare.
E' un progetto ambizioso, ma la politica o è ambiziosa, perchè progetta, o diventa semplicemente il sottoscala nel quale gestire equilibri deboli. Questa ambizione ha però bisogno della generosità, dell'aiuto dei tantissimi mantovani che grazie a competenze ed esperienze autorevoli, possono aiutare le nuove generazioni ad essere protagoniste. Questa sfida è di tutti ed è per questo che a prescindere dagli schieramenti, nella città ed oltre I confini della nostra città, noi vogliamo valorizzare le energie migliori. Con oggi Mantova deve mettere la parola fine alla litigiosità, alla miopia, all'egoismo che ha caratterizzato ed in parte ancora caratterizza parte della sua classe dirigente, a partire da quella politica. Mantova con oggi, con l'impegno di tutti noi, deve mettere la parola fine al pregiudizio politico che ha determinato, in troppe occasioni, scelte al ribasso. Dobbiamo puntare ad essere una città europea, di quell'Europa che non possiamo semplicemente accettare si presenti con la faccia della tecnocrazia e dell'Austerity, ma che fu e deve tornare ad essere simbolo di libertà, di giustizia e di opportunità. E' per questo che sono convinto che la prima fondamentale scelta politica per Mantova è quella di lavorare ogni giorno per toglierci dall'isolamento. Una città come la nostra può e deve ambire ad essere centrale di un nuovo sistema di alleanze, tra città, nei sistemi di impresa, del terzo settore, nelle politiche di risanamento ambientale e conversioni produttive, nelle politiche di riqualificazione e rigenerazione urbana.
Come ciascun mantovano oggi gioisco per la riapertura della Burgo e ringrazio a nome della città le lavoratrici ed i lavoratori che hanno con coraggio e sapienza gestito una fase difficilissima. Ma non dimentichiamoci che da come riusciremo a gestire le politiche di reindustrializzazione dipenderà il futuro di tanti lavoratori mantovani, a partire dalla Ies. Ed allo stesso tempo dipenderà anche il grado di innovazione, produttiva, tecnologica che è una delle condizioni fondamentali per coniugare sviluppo, occupazione, risanamento e sostenibilità ambientale. E' vero, il Comune ha limitati poteri e dico subito che la nostra Amministrazione non verrà mai meno, concretamente, all'obiettivo di ridurre il carico di inquinamento, ma questo non può essere l'alibi dietro al quale nascondersi. Al contrario dobbiamo, insieme, determinare le condizioni affinché miglioramento ambientale, occupazione e innovazione rappresentino la scommessa, qui, dell'intero Paese e delle sue Istituzioni e delle imprese che qui operano e che qui potranno insediarsi. E' la stessa sfida che abbiamo su Valdaro, che non rappresenta solo un terreno di opportunità e sviluppo ma può e deve rappresentare anche una delle chiavi strategiche per il nostro rapporto con l'Europa.
Allo stesso modo dobbiamo pensare il nostro patrimonio storico e culturale, che è qui ma è del mondo intero e allora la nostra grande sfida deve essere e sarà fare della cultura la dimensione e vocazione internazionale di Mantova, tanto nella mission e nella programmazione espositiva, quanto nel sanare traumi e degrado di cui la città è piena progettando funzioni capaci di connettere imprese culturali, servizi di impresa, ricerca. La ricerca e l'Università devono e possono essere protagoniste di queste sfide, solo così aiuteremo il sistema delle piccole e medie imprese mantovane a competere, solo così ci caratterizzeremo per un'offerta formativa unica, solo così l'Università potrà in pieno concorrere a determinare la qualità del dibattito pubblico, che è elemento condizionante per la qualità e la meritocrazia. Tornare ad essere attrattivi, come città, è il nostro obiettivo cardine e rappresenterà la cifra di ogni nostra decisione, anche nelle politiche educative, sportive, del welfare, al rilancio del nostro centro storico e lo faremo innanzitutto smettendo di decentrare e consumare nuovo territorio, ma dando senso, servizi e funzioni alla città, che in quanto città presenta densità abitativa ed ha bisogno di ricucire I tanti isolamenti, sia interni tra I quartieri, sia generate dal ritardo storico del sistema infrastrutturale, stradale e ferroviario.
Care consiglieri e cari consiglieri, cari cittadini, tornare a rendere centrale la città è anche condizione per tenere unita un provincia, un territorio, multipolare e frammentato, ancor più considerate il processo di superamento delle provincie per come le conosciamo. Ma una città capoluogo ha bisogno di una politica capoluogo. Una politica coraggiosa ed umile, una politica che cerca il confronto e la partecipazione ma che non rinuncia a decidere. La città non può più permettersi il lusso di stare in mezzo, o scegliamo di guidare I processi, o scegliamo di farci guidare, magari senza accorgercene. Coraggio, curiosità, responsabilità e umiltà sono gli ingredienti della mia Amministrazione e delle mia giunta. Lo saranno nelle politiche che faremo e lo saranno nello stile di governo.
Nei prossimi mesi costruiremo in almeno tre settori, politiche educative, welfare e cultura tre appuntamenti per definire con tutte le realtà del territorio ed anche con profili esterni, un programma di lavoro che fissi obiettivi pluriennali. Lo stesso coraggio che vogliamo fare nostro lo chiedo a tutti I soggetti della città, nessuno guardi più solo il proprio orticello, facciamo squadra e andiamo a prenderci le risorse dove ci sono. Per fare questo lavoreremo molto anche per riorganizzare la macchina comunale, che da troppo tempo non viene ripensata. Anche questa è una sfida importante, lo è per chi vi lavora, per chi governa ma lo è per I tanti cittadini che hanno diritto di trovare una pubblica amministrazione moderna, veloce, autorevole. Sono certo che questo lavoro dimostrerà anche che nel nostro Comune lavorano tantissime persone capaci e responsabili, così come dovete essere certi che saremo molto rigorosi e duri coloro che non hanno chiaro l'onore e la responsabilità che si deve sentire nel lavorare per la propria comunità. Non dobbiamo avere paura dei cambiamenti, per primi noi. Sono certo che se la città riscopre una politica che si assume il coraggio di rischiare, che ogni vera scelta comporta, la città tutta tornerà a partecipare, a confrontarsi, a proporre.
Permettetemi infine una nota personale, ma forse più politica. Nella mia vita professionale ed anche nel mio impegno sociale e politico, ho sempre e solo lavorato per unire, per costruire fiducia tra le persone ed istituzioni, per rendere protagoniste le idee, a prescindere dalla condizione sociale, culturale, politica, di provenienza geografica di chi le proponeva. Non sono mai stato un uomo solo al comando, ho sempre guidato e rappresentato persone diverse che avevano voglia di intraprendere un cammino importante per loro ma utile a tutta la città. Ho sempre tenuto le mani aperte e così facendo ho potuto incontrare mani diverse dalle mie che mi hanno arricchito, format, responsabilizzato. Tutto questo lo devo all'associazione che mi ha accolto, l'Arci, che rappresenta, insieme alle tante straordinarie associazioni della nostra città, un patrimonio di tutti e per tutti. Voglio dire alle opposizioni, non tutte, che troppo spesso con pregiudizio hanno alimentato divisioni da guelfi e ghibellini, che proprio grazie a questa mia storia e formazione sarò davvero il Sindaco di tutti e che se sceglierete anche Voi di lavorare per unire troverete sempre in me un interlocutore trasparente e credibile.
Cari cittadini Mantovani, cari Consiglieri, iniziamo insieme una nuova storia, buon lavoro a tutti noi".
Mattia Palazzi, Sindaco di Mantova